mercoledì 16 novembre 2016

Invettiva contro il tifoso medio italiano


E così, un'altra finestra riservata alle nazionali è stata mandata agli archivi. Tra una sgroppata di Belotti, un disimpegno a testa alta di Romagnoli e un'uscita alta di Donnarumma, l'Italia si è resa conto che il futuro, in fondo, potrebbe non essere così nero come si pensava fino a qualche settimana fa. Certo, la strada verso i Mondiali di Russia è ancora lunga e disseminata di ostacoli, ma la vittoria in Liechtenstein e la bella prova contro i campioni del mondo tedeschi hanno detto che in campo, per il pallone azzurro, ci sono evidenti progressi. Peccato, invece, che al di fuori del rettangolo di gioco la situazione non accenni a migliorare. Al contrario: la discesa culturale verso un “tifo” fatto solo di insulti ed inciviltà assortite sembra ormai irreversibile.


E sì, perchè anche nella serata di San Siro, mentre gli azzurri sul campo tenevano egregiamente testa ai panzer teutonici, il “tifo” italiano si è esibito in una delle abitudini più fastidiose e culturalmente (ammesso che una cultura sportiva, nel tifoso medio italiano, ancora esista) basse del nostro movimento. Quell'usanza che secondo tanti era radicata solamente sulle tribune dello Juventus Stadium ha varcato le porte del “Meazza” ed è arrivata fragorosa anche nelle case di chi la partita la stava seguendo in tv. Impossibile per i commentatori metterci una pezza: ad ogni singolo tocco del portiere Leno ecco i soliti, inconcepibili e francamente tristissimi “merda”. Veri e propri boati, inconfondibili ed inequivocabili, gridati all'unisono dal popolo di San Siro, incurante del fatto che su quel campo, di fronte a Leno, ci fosse un'Italia bella e giovane da sostenere. Chi se ne importa di sostenere i ragazzi di Ventura? Chi se ne importa di tifare, una volta tanto, "pro" e non "contro"? No, la priorità era l'insulto, deprimente in quanto tale ma ancor più ignobile perchè totalmente immotivato, verso il portiere tedesco, macchiatosi dell'imperdonabile affronto di battere diligentemente i rinvii dal fondo. Un'usanza che è ormai diventata una spiacevole abitudine negli stadi italiani, una sentinella che ci avverte, se ancora ce ne fosse bisogno, di una cultura sportiva che nel nostro paese è in preoccupante picchiata.

Una cultura che al capitolo uno di un immaginario manuale del tifoso mette l'offesa, l'insulto e la derisione dell'avversario. A prescindere, senza il bisogno di una ragione scatenante. Una cultura che bolla l'avversario come “merda” per il solo e semplice motivo, ammesso che di motivo si possa parlare, di essere avversario. Una cultura secondo la quale quest'usanza, e tutto ciò che vi si cela dietro, è tremendamente divertente: sì, perchè ad ogni insulto seguono puntuali ed altrettanto rumorose risate, come se un comportamento del genere fosse non soltanto normale, ma anche incredibilmente spassoso.

Voce dal fondo: “Lo fanno anche in altre nazioni”. Bene. Ok. Il detto “mal comune mezzo gaudio” non mi ha mai convinto. Seconda voce dal fondo: “Il mondo del calcio ha problemi ben peggiori”. Senz'altro vero. Violenza, corruzione e tanti altri tumori che affliggono il piante pallone fanno certamente più danni di un “merda” gridato allo stadio. Ma, tralasciando il fatto che con il benaltrismo non si va lontano, è preoccupante il nocciolo della questione, quella mentalità secondo la quale, appunto, l'avversario è una merda in quanto avversario. E ci sono mali peggiori, questo è innegabile, ma è altrettanto certo che crescere i tifosi di domani con una convinzione come questa non sia il miglior viatico verso la (ri)costruzione di una cultura sportiva dignitosa.

Lo sfottò goliardico è parte integrante del tifo, l'ironia e le prese per i fondelli anche. Ma qui, probabilmente, si va un pochino oltre: si va ad inculcare nella testa delle nuove leve di tifosi che gli avversari siano sempre, irrimediabilmente, indiscutibilmente, "merde" da offendere ed insultare.

I tedeschi saranno anche quelli che portano i calzini bianchi sotto i sandali, ma noi italiani siamo quelli che gridano “merda” ai rinvii del portiere. E non so dire cosa sia peggio.


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